La normalità delle immagini: @fabriziobarca in treno

Fabrizio Barca viaggia in treno, ed in seconda classe. La fotografia sul Frecciarossa, mentre legge “Il Fatto Quotidiano”, fa immediatamente il giro delle reti sociali. Facciamo tre rapide riflessioni.

Venerdì 28 settembre, Andrea Chiga scatta questa fotografia:

Si tratta del Ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca in viaggio in Frecciarossa verso Torino, dove avrebbe partecipato ad una serie di convegni dalla “Fondazione con il Sud“. Il Ministro, nascosto tra faldoni di documenti e quattro quotidiani, viaggia come un qualsiasi cittadino. Straordinario? Incredibile? No, una scena normale ben raccontata da Francesco Nicodemo in un post del suo blog su Lettera43.

Vedendo la fotografia, già un tormentone sulle reti sociali, ho subito pensato alla differenza tra l’effetto provocato da questo scatto e quello ricercato da un altro diffuso da un tweet da Pierluigi Bersani del 17 marzo 2012:

Bersani, come mi fece notare Sergio Vazzoler, descrive – quasi rinfaccia – il suo viaggiare con i mezzi pubblici, urla ai quattro venti:”Guardatemi, mica vado in auto blu io, vado in metro, sono come voi”. Errore magistrale: doveva essere la stessa inquadratura a veicolare un significato che deve poter crearsi nella mente di chi lo scatto lo osserva. Deve essere la Rete a sottolineare “l’anormalità” della situazione. Aver invece descritto lo stesso significato a parole lo ha svilito, sdoppiato, ha insultato il lettore.

Mosso dalle parole di Sergio cercai di creare il “Tweet perfetto”: a luglio ho accompagnato la delegazione del DPS (Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica) ad un incontro con le realtà del terzo settore a Napoli, facevo il live-twitting. A prendere la parola tecnici e dirigenti del dipartimento, visi e cognomi non conosciuti dai non addetti al settore. Sala affollata e caldo di luglio, un via vai continuo dalla porta laterale. Tutto normale se non per un dettaglio: tra il pubblico si era accomodato anche Fabrizio Barca, non era stato ancora riconosciuto. Prendo il telefonino, scatto una fotografia e twitto questo:

Convinto della forza del messaggio avrò aggiornato centinaia di volte la schermata delle interazioni ma nulla, nessuno si era accorto della presenza del Ministro seduto in ultima fila: non avevo saputo lanciare con la giusta forza il messaggio, la fotografia non si lasciava leggere facilmente. Pace.

Da ieri la foto di Andrea, finita sulle reti sociali, sta provocando centinaia di reazioni ed interazioni, tutte spontanee. Si discute, si tracciano le differenze, si creano momenti di discussione. Tutti legati alle interpretazioni dei singoli, non suggerite da nessuno. Le immagini naturali parlano, disturbano, esaltano e viaggiano con le proprie gambe.

Newsletter, una mail ogni tanto, giuro.

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