“Uno sciopero che nessuno vuole”

Ieri in Spagna si è tenuto il settimo sciopero nazionale della storia democratica, il primo sotto il governo di ZP. Ho partecipato con curiosità alle manifestazioni ed ho scoperto che:

I sindacati spagnoli sono più divisi di quelli italiani, ovvero i due sindacati maggioritari (CC OO e UGT) sono relativamente uniti ma esiste un’altra costellazione di sindacati minori in aperta polemica con i primi.
I giovani non partecipano agli scioperi come in Italia: le manifestazioni dell’anno scorso contro la riforma universitaria non hanno avuto nessun effetto, questo deve aver contribuito al distacco degli studenti da simili forme di protesta.
In Italia per quantificare la partecipazione alle manifestazioni si utilizzano metodi che lasciano più spazio all’interpretazione, come il numero di persone per metro quadrato o le foto aeree, in Spagna la partecipazione allo  sciopero generale è stata analizzata utilizzando un dato oggettivo: il calo nel consumo di elettricità su base nazionale, elettricità che di mattina alimenta maggiormente le grandi imprese e gli uffici. La diminuzione ieri è stata del 17%.

Sul tema, cercando di coprire l’evento, un mio articolo su ilPost.it. Ecco un estratto:

Si sta tenendo in Spagna uno sciopero generale, il settimo della storia della nazione dalla fine della dittatura e il primo da quando il primo ministro è il socialista José Luis Rodríguez Zapatero.

Indetto dai due principali sindacati del paese, CCOO e UGT, lo sciopero è la risposta alla nuova riforma del lavoro approvata in via definitiva venti giorni fa dal governo socialista, successivamente alla rottura delle trattative aperte con gli stessi sindacati.

[Continua la lettura su ilPost.it]

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