La comunicazione politica online: 13 mesi di @mincoesione

Due giorni fa ha giurato il nuovo governo Letta dopo una gestazione belga, e due giorni fa è decaduto il mio contratto di collaborazione con le strutture del Ministro per la Coesione territoriale di Fabrizio Barca. Voglio dedicare un post alla fine di questa esperienza, come feci con “Volver“, il post che scrissi un anno fa al mio ritorno in Italia.

Ho avuto una gran fortuna nel trovare una struttura ministeriale molto leggera e con ampi spazi di manovra specialmente nel campo della comunicazione. Ho avuto dei grandi maestri, Silvia Zingaropoli per il lato ufficio stampa e Roberto Basso per quanto riguarda la strategia web.

Le leve della comunicazione online della Coesione territoriale

Il sito web

Il portale Coesioneterritoriale.gov.it (febbraio 2016: link aggiornato, ora il  portale è nella sezione “siti archeologici” di Palazzo Chigi, curioso nome no?) è stato il centro dell’intera strategia online. Costruito in WordPress, in un anno ha ricevuto più di 243.000 visite da 142.000 visitatori unici che hanno visualizzato più di 797.000 pagine. Ho seguito personalmente l’aggiornamento dei contenuti del sito, ridisegnato l’homepage, curato la configurazione di nuovi plugin.

Tutto con uno sguardo all’usabilità (con il rispetto della legge Stanca) e al SEO (il sito in un anno è passato da un Page Rank 2 al più dignitoso 6).

I risultati? Più del 13% delle visite sono derivate dall’attività social, più del 48% dall’ottimizzazione della ricerca su Google. Parliamo quindi del 61% della totalità delle visite frutto dell’ottimizzazione del  “rumore” attorno al portale. Più visitatori, più attenzione, più informazione, più trasparenza.

Coesione territoriale su google
La home del portale su Google

Una chicca? Il portale della Coesione territoriale è l’unico portale ministeriale italiano ad aver configurato la “Google authorship“, diavoleria che collega un profilo Google+ ad una fonte di notizie e che permette, tra gli altri vantaggi, la visualizzazione di un avatar personalizzato nei risultati della ricerca su Google.

I social Networks

Ho sempre pensato che un’ottima rete sociale debba funzionare come una vera e propria rete da pesca: può e deve creare interazione, dialogo, offrire spazio alla trasparenza e diffondere informazioni ma, arrivando al punto, deve saper portare traffico al sito web di riferimento. Siamo stati presenti attivamente su Facebook e Twitter, assicurando comunque un presidio su Flickr (per gli album fotografici da offrire alla stampa) e Youtube (per videomessaggi o registrazioni di conferenze lanciate in diretta streaming).
Coesione territoriale avatar
Il primo cambio di marcia la scelta dell’avatar per Twitter, Flickr e Youtube: non più lo stellone, inflazionato e generico per i profili social governativi, ma le foto dei 3 membri dell’ufficio stampa. Sì, delle persone. Perché una cosa è parlare ed interagire con uno stellone ed una cosa è invece avere di fronte il viso del tuo interlocutore, creare un rapporto bidirezionale e basato sulla fiducia (sono come me). Vendere la verità è disarmante e abbatte numerose barriere, pregiudizi o imbarazzo, che possono influenzare la comunicazione tra cittadino ed istituzioni. E la verità è che l’ufficio comunicazione è operativamente formato da 3 persone, le stesse che interagiscono sui social.

La comunicazione sui social, anche fuori orario di lavoro, ha sempre privilegiato il dialogo con i fan/followers utilizzando un linguaggio mai complicato, non disdegnando l’ironia  e sfruttando al massimo le capacità dei diversi canali.


Non sono mai stati utilizzati strumenti previsti ma sgradevoli come il ban di utenti o la moderazione/cancellazione di commenti ed interventi, tenendo bene in considerazione che una risposta o una spiegazione, se dovuta ad un singolo utente, è gradita ed apprezzata dall’intera comunità in Rete.

Semplificare grazie al web

La gestione degli accrediti stampa con Google Drive. Nell’organizzazione di una conferenza stampa sono vari i fattori ad entrare in gioco e che possono presupporre un notevole investimento di tempo e forze. Uno di questi è sicuramente la gestione degli accrediti stampa: raccolta ed organizzazione delle richieste. Abbiamo snellito notevolmente la procedura introducendo l’accredito online ed utilizzando allo scopo dei semplici form di Google Drive. Abbiamo quindi inviato ai giornalisti direttamente il link o integrato il codice di google nelle pagine del nostro portale, come in questo caso. Il risultato? Un file PDF con una pratica lista in ordine alfabetico dei giornalisti accreditati ad un determinato evento/conferenza.

La newsletter con la versione gratuita di MailChimp. La newsletter resta sempre un ottimo strumento di informazione (non comunicazione). Unidirezionale e definitiva, rappresenta una vecchia visione del web, quella che girava attorno alle mail e non alle persone intese soggetti attivi e produttori di informazione. Informazione come proiettile e non come comunicazione: quest’ultima restituisce continui feed-back e viaggia su una rete di rapporti che arricchisce il messaggio iniziale di contenuti e concretezza.

Clicca per ingrandire. L'analisi dei risultati dell'invio di una nostra newsletter. Tasso di apertura, percentuale mail non aperte e clicks. Per ogni valore il paragone con il dato medio relativo alle newsletter del settore
Clicca per ingrandire. L’analisi dei risultati dell’invio di una nostra newsletter. Tasso di apertura, percentuale mail non aperte e clicks. Per ogni valore il paragone con il dato medio relativo alle newsletter del settore

Nonostante tutto la newsletter ci permette ancora di raggiungere un target specifico ed interessato (la ricezione è infatti volontaria), un target di “nodi” di comunicazione ai quali spetterà il compito di ricevere, elaborare e rilanciare le informazioni raccolte. Abbiamo inviato la nostra newsletter utilizzando la versione gratuita di MailChimp (i sottoscrittori non superavano infatti le 2.000 unità), zero costi, solo vantaggi. Eccone un esempio.

I report social su Storify. L’ufficio comunicazione ha potuto anche contare con un account su Storify per la creazione di veri e propri report social in caso di conferenze ed eventi.

E le infografiche? Anche noi siamo stati contagiati dalla mania delle infografiche, vere e proprie narrazioni verticali ed a portata di scroll. L’abbiamo realizzata per riassumere il documento di fine mandato di Fabrizio Barca. La trovate sul nostro profilo Visual.ly

Newsletter, una mail ogni tanto, giuro.

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7 thoughts on “La comunicazione politica online: 13 mesi di @mincoesione

  • Ma che belle cose hai fatto 🙂

    T’invidio un po’ perché mi piacerebbe fare il tuo lavoro.

    Ma come si può fare per far capire alla PA che tutto ciò è “cosa buona giusta”?

    • Me lo chiedevo pure io al principio, poi ho capito che è l’opinione pubblica che, cosciente del suo ruolo, deve pretendere una comunicazione degna di questo nome. Le istituzioni non devono dover comunicare per “moda” o perché “fa figo”, dovrebbero sentirsi obbligate a farlo perché messe alle strette dai cittadini. Nel mondo perfetto chiedono e verificano sempre tutto, interessandosi, e la PA informa e comunica, come unica e pratica soluzione.

      • Potresti venire con me ai colloqui di lavoro?

        Quando parlo di trasparente/rispondere alle domande su Facebook/liveblogging ecc ecc mi guardano con certi occhi…

        Se l’istituzione, la PA, o l’ente di pubblica utilità, lavora bene, non vedo perché non comunicare ciò che si fa bene.

        Secondo me hanno paura del web perché sanno di lavorare male.

        • Non hai idea, e nemmeno io ne avevo, di quanta gente altamente qualificata ci sia all’interno della PA. Gente che ci crede, molto più di me. Questa nuova forma di comunicare è relativamente molto giovane e, se già diffusa nel settore commerciale (=causa concorrenza), sta prendendo poco a poco piede anche nel pubblico. Ci vuole uno stimolo però, una spinta al cambiamento. Nel privato è la concorrenza, nel pubblico deve essere l’opinione pubblica a premere. Ma per premere deve essere cosciente e deve voler informarsi.

          • Sagge parole.

            Un’ultima cosa (e poi non rompo più):
            secondo te qual è il percorso formativo e professionale migliore per poter lavorare nel mondo della comunicazione web istituzionale?
            (oltre ad avere competenze tecniche nei cms, socialcosi ecc).

            Grazie 🙂

          • Qui mi prendi impreparato perché a) non mi reputo ancora un “lavoratore del settore” b) ho studiato scienze della comunicazione 🙂 Personalmente mi sono sempre divertito molto con il mondo del web, creando e chiudendo pagine web. Poi ho mischiato il tutto con la passione per la comunicazione politica e la voglia di fare qualcosa che avrei voluto leggere da tempo. Ma il percorso è oscuro 🙂

  • Grazie per il post, molto interessante e complimenti per il lavoro svolto. L’unico dubbio che ho è sull’uso di Mailchimp (che amo molto e uso) per la PA riguardo l’uso di uno strumento con concessione della lista contatti in un territorio fuori Italia per un ente come il Ministero. Non sono un legal e quindi non saprei dire se è una procedura più che corretta direi ottimale.

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