Il giovane che tutti i grandi vorrebbero

Giovani, siamo giovani, siamo quella nuova generazione che deve strigliare la classe politica attuale, imporre il cambiamento, far tremare i poteri forti con le nostre parole e la nostra voglia di fare. Ma come lo stiamo facendo?

Scioperi, manifestazioni, cortei, urla: va tutto molto bene, ma per un’altra generazione (e qui cito Giorgio Gaber). Se veramente si vuole provare a cambiare le cose, mandare in pensione chi crediamo abbia già dato troppo o fatto troppi danni è essenziale passare per l’organizzazione e la cultura. Qualunque sia il canale scelto, sia esso interno ai partiti o esterno agli stessi, si devono evitare due cose: essere considerati dei rincoglioniti e farsi strumentalizzare. E questo dipende interamente da noi.

Il popolo viola, da speranza e colore nello scenario italiano, si sta lentamente sciogliendo tra diatribe interne e influenze partitiche. Esplode proprio come il PdL, tra una linea conservatrice e un’altra che reclama trasparenza e democrazia. Renzo Bossi (eletto nel consiglio regionale della Lombardia) dichiara di non essere mai sceso più a Sud di Roma perchè “Non ne ho avuto occasione“. Poi in fila belle ragazze che non sanno se fare la velina o la parlamentare, giovani bandieramuniti pagati per approfittare del vento e far sventolare loghi. I giovani non sembrano saper uscire da questa posizione: funzionale a, figlio di, pagato da.

Altra cosa, che forse mi farà ricevere molte critiche, è il concetto di cultura e cultura politica. Per fare politica non basta volerla fare, essere determinati e decisi. Bisogna anche avere la giusta dose di cultura e cultura politica.
Non ci prendiamo in giro. Va benissimo essere giovani, va benissimo voler spaccare il mondo, è splendido trovare ancora degli occhi lucidi in giro, ma senza una visione politica e una cultura che l’appoggi qualsiasi giovane viene calpestato o utilizzato, in quanto porta comunque voti, dalla classe politica attuale. Un tempo esistevano delle vere scuole politiche (almeno così mi è stato detto), oggi esiste la scuola di Adro. Il sistema politico attuale si nutre delle escandescenze dei giovani, le fa crescere per inglobarle ed incanalarle in consenso. Siamo giovani perchè ci preferiscono giovani.

Proprio questa mattina, spulciando vecchie email (non mi chiedete perchè), mi sono ritrovato davanti questo testo, fatto girare in occasione delle primarie del PD del 25 ottobre 2009. A scriverlo una candidata, ragazza giovane ed alle prime armi con la politica, come lei stessa ammette. I neretti sono miei e sottolineano gli stereotipi che oramai ci appioppiamo da soli. Questa ragazza è la giovane che i grandi vogliono, se non fosse per la sintassi (pugno in un occhio, da qui l’immagine).

Buona lettura:

I tempi si stringono il 25 ottobre è vicino, quel giorno ci saranno le primarie del pd quel giorno potrai decidere se andrò a difendere i tuoi interessi alla direzione nazionale del partito democratico, gli interessi degli italiani in Spagna.

Mi conosci lotterò per modificare le cose, però posso solo con il tuo aiuto che spero continuerà anche dopo, solo uniti si possono ottenere dei miglioramenti. Non ti faccio promesse ma metterò il mio cuore la mia passione per ottenere dei risultati che solo assieme potremo conquistare.

Sono giovane, sono una donna ed ammetto che sono nuova nel settore politico ma sono una studiosa, una ricercatrice, una giornalista e non posso dimenticare queste parole:
“Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo.
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza.
Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza”.
Questo diceva Antonio Gramsci e da qui parto io.

Per votare se non vuoi recarti il 25 ottobre al COMITES MADRID (Sede Cancelleria Consolare in c/.Agustín de Betancourt, 3 Nuovo Ministerio) dalle nove alle 20 puoi votare on-line qui: link

Per votarmi, se vuoi ed io spero di si, devi votare Lista Bersani.

in questo link trovi la lista delle candidature come vedi io sono la quarta se Bersani vince è automatico che io sia eletta: link

Conto su di te! Tu già puoi contare su di me!

Ora magari capirete il senso della foto, del pugno nell’occhio a Bersani. E voi, cosa ne pensate? Siamo giovani perchè ci definiscono tali?

Newsletter, una mail ogni tanto, giuro.

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7 thoughts on “Il giovane che tutti i grandi vorrebbero

  • è una giornalista? ma l’italiano l’ha imparato da pippo, pluto e paperino.
    mi è venuta in mente una bellissima scena di “ecce bombo”, quando un giornalista televisivo entra nel locale e moretti indicando il suo amico dice: “lui il giovane lo fa benissimo”. lucio, un intervento lucido e interessante come sempre. 🙂

  • Concordo con te Lucio quando dici “Se veramente si vuole provare a cambiare le cose..si devono evitare due cose: essere considerati dei rincoglioniti e farsi strumentalizzare”.Le promesse non mantenute, gli scandali, l’opportunismo e i giochi di potere, credo siano queste le principali ragioni che ci inducono a cercare un cambiamento, a mandare in pensione,come dici tu, chi di guai ne ha commessi parecchi. Io penso, peró (e qui potrei anche non aver completamente ragione), che i giovani che ormai credono veramente nella politica siano ben pochi considerando che la maggior parte di essi è convinta che il fare non serve a molto dato che le cose alla fine rimangono invariate…
    L’organizzazione e la cultura sono due fattori importanti per raggiungere un obiettivo,ma senza una coscienza civica che porti anche a fare scelte coraggiose in cabina elettorale non si fa nulla Lucio!

  • Non mi sembra un post provocatorio, come avevi annunciato, ma un post sacrosanto. Come darti torto? Però scusami ma non riesco a dirti Bravo Lucio. Piuttosto ti chiedo: che cavolo ci fai in Spagna? perchè hai mollato?
    Condivido quello che scrivi, ma perchè chi sta fuori dall’Italia ha sempre riflessioni pregnanti e prospettive interessanti e non torna?

    • Ciao Monica e grazie per il commento! Per la risposta ti rimando al post anteriore http://www.luciocolavero.com/2010/10/09/nuova-emigrazione-italiana-giovanile-riflessioni/ . In effetti questo non è un post provocatorio, anche se era mia intenzione. Ho iniziato con uno scopo ben preciso ma ha vinto questa riflessione. In ogni modo non affermo che non tornerò in Italia, credo si noti dal tono degli ultimi post una specie di “riflessione personale” che sto maturando attualmente e che porterà a delle conclusioni e a degli atti, magari non subito, ma l’importante è averne coscienza. Un saluto! Lucio

  • Parole sante Lucio. Il nostro pessimo vizio è lamentarsi, pretendere di raggiungere degli obiettivi peró…non prepararsi a dovere per farlo. E’ anche vero che in Italia siamo, purtroppo, abituati a vedere persone poco preparate in posti di responsabilitá per nepotismo, amicizia o raccomandazione; e questo scoraggia. Peró se perdiamo la convinzione di essere artefici del nostro destino siamo finiti.
    Concludo con una battuta: a volte, per quanto tu possa sforzarti…il vero alternativo è il tuo papá!

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